Sebbene il termine «laetrile» sia stato coniato in un tempo relativamente recente, il prodotto chimico solitamente messo in vendita con questo nome viene impiegato come rimedio popolare contro il cancro o disturbi ad esso connessi da molti secoli. Il laetrile che viene oggi offerto ai malati di cancro sta per amigdalia, un glicoside. o un tipo di carboidrato, che si presenta di frequente negli organismi viventi, specie nelle piante e nei loro derivati. I glicosidi tutti hanno una cosa in comune: nelle reazioni con l’acqua possono essere scissi in uno o più zuccheri e in uno o più carboidrati. Solitamente, per facilitare tale divisione, dev’essere presente un enzima.Il laetrile è presente su tutto il globo terrestre in quanto si produce naturalmente in circa 1.200 piante diverse. Per la sua ubiquità èparagonabile al glucosio. Come lo zucchero, normalmente il laetrile non si presenta in forma pura, ma può essere abbastanza agevolmente estratto dalle sue fonti.
Per gli usi commerciali il laetrile viene estratto dai noccioli delle albicocche e delle pesche e dalle mandorle amare, da cui deriva il nome di amigdalina (gr. amvgdale = mandorla).
Secondo alcuni esperti, molti alimenti ricchi di laetrile, compresi i gherigli della frutta, venivano ingenti dai nostri antenati, l’uomo di Pechino incluso. L’impiego del laetrile in medicina risale ai tempi del grande erbario cinese attribuito dalla tradizione al leggendario imperatore Shen Nung (XXVIII secolo a.C.), il quale sembra abbia parlato di preparati a base di gherigli utili contro i tumori. Gli antichi medici egizi, greci, romani e arabi erano tutti perfettamente a conoscenza delle proprietà biologiche dell’acqua di mandorle amare». Celso, Scribonio Largo, Galeno, Plinio il Vecchio, Marcello Empirico e Avicenna impiegavano preparati contenenti laetrile per curare i tumori, e la stessa cosa dicasi per la farmacopea medievale.
Dati epidemiologici suggeriscono che le popolazioni la cui dieta è relativamente ricca di laetrile isolato sono anche relativamente poco colpite dal cancro. Spesso si è ripetuto che gli Hunzakut, che vivono in un piccolo regno contiguo al Pakistan, sono virtualmente immuni dal cancro, ed è stato appurato con certezza che le albicocche e i gherigli di questo frutto sono presenti nella loro dieta in una quantità che non trova l’uguale in nessun’altra parte del mondo.
Sul finire degli anni quaranta il biochimico Ernst T. Krebs, Jr. depurò un preparato grezzo di gheriglio di albicocca e ne propose, dandone una spiegazione biochimica, il relativo impiego nel trattamento del cancro.
Secondo alcune ipotesi, la forma glucoronide dell’amigdalina viene sintetizzata nel fegato dai soggetti che ingeriscono amigdalina allo stato naturale. Questo glucoronide è poi decomposto nella sede del tumore per liberare cianuro, che selettivamente attacca le cellule del cancro e risparmia le cellule sane. In effetti alcuni scienziati hanno trovato formazioni di glucoride nel fegato e, in misura inferiore, nell’intestino e nelle reni.
Perché il glucoride si decomponga, è necessario che sia presente l’enzima beta-glucoronidase. In taluni studi questo enzima è stato trovato nei tessuti cancerosi del petto, dell’utero, dello stomaco, del mesenterio, delle pareti addominali e dell’esofago in quantità da 100 a 3.600 volte maggiori rispetto a quelle presenti nei tessuti non cancerosi. In tempi più recenti i ricercatori dello Sloarì-Kettering Institute hanno rilevato che «in molti casi le attività del bet-glicosidase e del glucoronidasi erano superiori nei tessuti cancerosi che negli omologhi tessuti normali. .. . » (Sloan-Kettering, 1974).
La decomposizione del laetrile mediante beta-glucoronidasi là dove è localizzato il tumore provoeherebbe un generale avvelenamento da cianuro nelle cellule normali se non fosse per la presenza di un altro enzima, il rodanese, che è in grado di detossificare il cianuro. Il rodanese fu scoperto da K. Lang neI 1933, e alcune relazioni scientifiche hanno dimostrato che le cellule normali contengono una concentrazione relativamente alta di rodanese e bassi livelli di beta-glucoronidasi .
Se il glucoronide si forma effettivamente nel fegato, e se questo glucoronide raggiunge poi la sede del tumore, dove viene decomposto dall’elevata quantità di beta-glucoronidasi, il cianuro liberato dovrebbe ragionevolmente avvelenare le cellule caratterizzate da carenza di rodanese e risparmiare quelle cellule normali che contengono forti quantità di questo enzima.
L’olio di nocciolo di albicocca contiene circa il 60% di acido oleico e il 30% di acido linoleico.
La pianta d’ albicocco è originaria dell’Asia ed in effetti l’olio del nocciolo veniva usato nella medicina araba per curare le emorroidi, le otiti e le sinusiti. Ne sono state recentemente studiate le proprietà terapeutiche in caso di broncopolmoniti e anche di semplici forme di tosse.
E' anche utile per i massaggi e per massaggi tonificanti delle pelli atone e affaticate e per pelli secche e disidratate.