Ginseng

Della famiglia delle Araliaceaeè originario dell'Estremo Oriente, in particolare della Corea e della Cina, ma viene coltivato estesamente negli Stati Uniti, nel Sud-Est asiatico e in Giappone. Se ne usa la radice.
E' una droga ricca di saponosidi, e infatti ne contiene circa 20, che sono degli eterosidi di genine tetracicliche della serie del dammarano. Le differenze tra i vari saponosidi detti ginsenosidi ( Ra 1-2, Rb 1-3, Rc-f, Rg-1-2, Rh-1) risiedono nella natura mono, bi o trisaccaridica delle due catene osidiche. Esiste anche il ginsenoside Ro, che possiede come aglicone l'acido oleanolico. Sono anche stati descritti dei glicani, detti panaxani, e una sostanza chiamata panaxinolo. Altri costituenti sono rappresentati da olio essenziale, un sesquiterpene detto beta-elemene, poliacetileni, acido salicilico, acido vanillinico, polisaccaridi e aminoacidi ubiquitari, acidi grassi, steroli e glucosio. I polisaccaridi identificati finora sono quattro.
E’ una droga cosiddetta adattogena, cioè in grado di portare l'organismo in uno stato di migliore resistenza aspecifica, tale da contrastare meglio i fattori di stress e quindi di potersi meglio adattare a condizioni di carico straordinario. Il ginseng è capace di aumentare la sintesi proteica e la produzione di RNA nelle cellule, come pure di incrementare i processi mitotici nelle cellule del midollo osseo. Ciò sembrerebbe dovuto ad un'incrementata sintesi di GMP ciclico indotta dai ginsenosidi, ed è noto che questa sostanza aumenta coll'aumentare dell'attività mitotica e biosintetica cellulare. Quest'azione è confermata dall'osservazione che il Ginseng stimola la sintesi del collageno e previene il calo della sintesi proteica tipico del soggetto anziano.
Altre osservazioni dimostrerebbero che il Ginseng è in grado di ridurre il colesterolo totale, senza apprezzabili modifiche della frazione HDL e dei trigliceridi, con aumento della deposizione del colesterolo a livello epatico ed epididimale.
Pare che il Ginseng sia dotato di valida azione antiradicalica. Probabilmente le saponine di questa droga agiscono stimolando l'attivazione del sistema endogeno di protezione contro i radicali liberi.
Questa droga avrebbe effetti inibitori sulla funzionalità delle piastrine, quindi nel senso di ostacolare la loro aggregazione, soprattutto ad opera del panaxinolo. Infatti questa sostanza è in grado di inibire l'aggregazione piastrinica indotta da acido arachidonico, collageno, trombina e PAF (Platelet Aggregating Factor). L'attività dei ginsenosidi sull'aggregazione piastrinica è assai minore di quella del panaxinolo ed è essenzialmente orientata sulla reazione di liberazione.
Altre ricerche hanno evidenziato l'attività ipoglicemizzante di questa droga, che sembra dovuta soprattutto ai panaxani. Il loro meccanismo d'azione non è ben noto, ma pare che agiscano aumentando la sensibilità dei tessuti, in particolare del muscolo striato, all'azione dell'insulina. In particolare il panaxano B aumenta la secrezione di insulina dalle beta cellule pancreatiche. Inoltre esso incrementa il legame dell'insulina agli adipociti. E' quindi probabile che una buona parte dell'azione ipoglicemizzante del Ginseng sia dovuta ad aumento della secrezione insulinica e del suo legame alle cellule adipose. Il Ginseng contiene inoltre peptidi che potrebbero avere un'azione similinsulinica.
E' stata documentata anche un'azione di tipo epatoprotettivo, legata alle saponine, e in particolare al ginsenoside Ro. Per di più questa droga pare avere azione colagoga, poichè è in grado di aumentare la quantità di colati presenti nella bile di circa il 50%.
Il ginseng ha attività inotropa, cronotropa e batmotropa positive in fase iniziale, mentre col prosieguo della terapia si ha un progressivo rallentamento della frequenza cardiaca e si nota anche una modica vasodilatazione a livello periferico. Si pensa che la protezione cardiovascolare indotta dal Ginseng sia in parte dovuta all'aumentata liberazione di ossido nitrico, che è un potente vasodilatatore, e che il rilascio di tale sostanza da parte delle cellule endoteliali sia nettamente incrementato.
Il ginseng favorisce l'erezione grazie ad un aumento dell'afflusso di sangue nel corpo cavernoso.
Il ginseng ha anche evidenti azioni a carico del sistema endocrino. Si è notato aumento dell'ACTH seguito da quello dei glicocorticoidi surrenalici. Quest'azione potrebbe spiegare in parte l'azione adattogena della droga, dal momento che gli ormoni corticosurrenalici sono molto importanti nei meccanismi di difesa dallo stress e dalla fatica. Altri studi sembrano evidenziare che questa droga sia in grado di ridurre i livelli plasmatici di prolattina, con azione diretta a livello ipofisario e/o interagendo coi neurotrasmettitori cerebrali. Il suo effetto sembra essere mirato sull'asse ipotalamo-ipofisi-gonadi.
I ginsenosidi hanno anche influenza sulla funzionalità del sistema immunitario. Infatti è stato notato aumento delle immunoglobuline di tipo IgM fino a circa il 50% e di quelle tipo IgG di circa il 20%, con un contemporaneo aumento dell'attività delle cellule natural killer e della produzione di interferone. E' stato anche osservato aumento delle capacità di fagocitosi da parte sia dei macrofagi sia dei leucociti.
L'azione meglio conosciuta di questa pianta è sicuramente quella sul sistema nervoso centrale, dove si è notato un netto incremento dell'attività elettrica delle cellule della corteccia cerebrale. Interessante è l'effetto di potenziamento dei ginsenosidi, in particolare dell'Rb 1, sull'azione dell'NGF (Nerve growth factor), il che porterebbe ad un aumento della vita media dei neuroni corticali. Il ginseng possiede inoltre un'azione di stimolo sul sistema colinergico.. Sembra che questa droga sia anche in grado di ridurre i livelli di GABA, forse per interferenza diretta coi neuroni gabaergici e di ridurre sia la sintesi sia il metabolismo delle catecolamine e della serotonina, se il periodo di somministrazione della droga eccede le due settimane. Per periodi più brevi invece causa aumento di questi neurotrasmettitori, e questo effetto sarebbe dovuto soprattutto al protopanaxatriolo, mentre quello precedentemente descritto sarebbe legato al protopanaxadiolo. Parrebbe che l'azione sul GABA sia la più importante fra tutte quelle esercitate da questa droga sul sistema nervoso centrale.
Studi condotti su sportivi hanno dimostrato un netto miglioramento dell'efficienza del lavoro aerobio, comportante la diminuzione della produzione di acido lattico e di acido piruvico, la riduzione dei livelli plasmatici di acidi grassi liberi, l'aumento del consumo di ossigeno e della funzionalità respiratoria e la diminuzione del tempo necessario a ricuperare dopo prove atletiche submassimali. I minori livelli di acidi lattico e piruvico potrebbero essere spiegati con una diminuita produzione di lattati da parte del muscolo scheletrico, un'aumentata capacità di ossidazione dell'acido piruvico dovuta a riduzione della glicolisi anaerobia per migliore utilizzazione dell’ossigeno e un'accelerata rimozione di queste due sostanze da parte di tessuti neoglicogenetici quali il fegato e il rene. Inoltre si è notato che l'atleta in terapia con ginseng è in grado di mantenere più alti livelli ematici di glucosio e maggior quantità di glicogeno nei muscoli striati e nel fegato, e ciò sarebbe dovuto ad una maggiore capacità della muscolatura di ossidare gli acidi grassi liberi al posto del glucosio. I componenti più importanti del ginseng per l'ottenimento dei risultati suddetti sembrano essere i ginsenosidi Rb1 e Rg1. Numerosi studi sono stati fatti anche per valutare l'azione anabolizzante del Ginseng, ma nonostante ciò la sua causa reale resta ancora da chiarire completamente. E' possibile che sia importante l'aumento della sintesi surrenalica degli steroidi, ivi compresi probabilmente gli steroidi surrenalici a debole azione androgenica, e un aumento della secrezione di ormone della crescita legata all'aumento del tono dopaminergico indotto dalla droga. Inoltre potrebbero essere importanti gli effetti favorenti dei ginsenosidi sulla sintesi proteica e di GMP ciclico.

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