La L-acetilcarnitina, strutturalmente simile alla Acetil Colina, svolge un ruolo indispensabile per il corretto metabolismo energetico cellulare e trasmettitoriale a livello del S.N.C.
La L-acetilcarnitina, infatti, rappresenta una forma di immagazzinamento di gruppi acetilici che possono essere associati con il Coenzima A necessario ad innescare il ciclo di Krebs, intervenendo quindi sia nel metabolismo degli acidi grassi che dei glucidi. In situazioni di patologia la L-acetilcarnitina si è dimostrata attiva sia come fattore di neuroprotezione per la cellula e i suoi organelli, soprattutto il mitocondrio, sia come fattore trofico per il ripristino della integrità cellulare.
In particolare nel sistema nervoso, sia centrale che periferico, in occasione di insulto da ipossia, invecchiamento, tossici (alcool, MPTP,MAM), resezione o schiacciamento del nervo, diabete da alossana o streptozocina, la L-acetilcarnitina ha dimostrato una attività di neuroprotezione intervenendo sulla cascata di eventi che conducono alla morte cellulare:
formazione di radicali liberi; accumulo di lipidi (da distruzione di membrane) responsabili del patologico incremento del calcio intramitocondriale; ridotta attività dei complessi respiratori mitocondriali; ridotta formazione di RNA mitocondriale da ridotta attività della DNA transcriptasi.
La L-acetilcarnitina esercita altresì una azione trofica sul sistema nervoso promuovendo il recupero postlesionale attraverso:
una migliore utilizzazione cellulare dello NGF (fattore di accrescimento nervoso); un incremento della neosintesi di fosfolipidi per la costruzione di membrane; un incremento della produzione di energia (ATP) senza la quale i meccanismi riparativi non possono aver luogo.
Nell’animale l’azione neuroprotettrice e trofica della L-acetilcarnitina si è evidenziata con il mantenimento e/o il recupero della situazione trofica (numero di neuroni) e funzionale: migliori capacità di apprendimento, memoria, locomozione in vari modelli:
invecchiamento;
ipossia;
Parkinson sperimentale;
microcefalia;
lesioni del nervo periferico sia su base traumatica che disendocrina (diabete).
Nell’uomo studi clinici controllati anche di lunga durata sono stati condotti in varie patologie:
sindromi involutive su base degenerativa sindromi involutive su base vascolare neuropatie acute e/o croniche su base disendocrina (diabete) Fonte:http://www.torrinomedica.it/farmaci/schedetecniche